L’8 Giugno scorso è stata organizzata la prima sfilata in presenza della grande industria di moda Shein, ospitata dal Pavillon Cambon Capucines, a Parigi.
Al centro della sfilata i 76 look prodotti dai 25 giovani designer facenti parte del progetto “Shein X”, dedicato a tutti i ragazzi di talento che si vogliono mettere in gioco. La sfilata “Endless Summer” ha avuto grande successo, ma non sono mancate le polemiche al riguardo.
Shein è un’azienda di vendita online di fast fashion cinese, fondata nel 2008 da Chris Xu a Nanchino. Nel 2020, Shein è stato il brand più discusso su TikTok e Youtube e il 4º brand più discusso su Instagram. L’azienda commercializza prevalentemente abbigliamento a prezzi contenuti in oltre 220 Paesi.
Con un giro d’affari stimato tra i 21 e i 30 miliardi di euro nel 2022, c’è da dire che il nuovo colosso della moda low cost dispone davvero dei mezzi adatti per frequentare i bellissimi quartieri della capitale e autofinanziarsi una grande operazione di comunicazione.
Con questa campagna di marketing, Shein spera di attirare ancora altri clienti, oltre ai milioni che ha già fidelizzato in tutto il mondo… e di dimenticare le polemiche sulla sua sfrenata produzione di 8.000 referenze al giorno. Ma purtroppo. non è andata proprio così.
Il partito politico francese Place Publique Jeunes con il proprio leader Raphael Glucksmann, hanno presentato una petizione per bloccare Shein.
Le accuse sono legati ai metodi di produzione dell’azienda e il non rispetto che hanno al riguardo dei propri dipendenti. In più, i materiali dei capi utilizzati non sono aderenti ad alcuna forma di sostenibilità.
Proprio per tale ragionamento, in Europa il movimento contro Shein sta crescendo sempre di più. In circa 48 ore dalla petizione lanciata, hanno raggiunto circa 11 mila firma che ogni giorno aumentano notevolmente.